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La tematica delle infrastrutture alla luce degli investimenti responsabili

Siamo convinti che, per essere sostenibile, la crescita economica debba diventare a basse emissioni di carbonio, rispettosa dell’ambiente e inclusiva. Le attività di gestione indicizzata, sensibili alle sfide connesse alla transizione energetica e al rispetto dell’ambiente, sviluppano a ritmo costante nuove soluzioni d’investimento. Proprio per rispondere alle attese di investitori professionali e privati, BNP Paribas Asset Management amplia regolarmente la sua gamma di ETF* attraverso la selezione rigorosa di indici tematici costruiti secondo criteri ESG**. Tenendo sempre le dovute distanze dalle mode del momento, nel presente articolo esaminiamo una tematica ancora poco esplorata, quella delle infrastrutture responsabili.

Investire nel settore delle infrastrutture adottando criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) vuol dire finanziare società che costruiscono ad esempio trasporti pubblici meno inquinanti, reti elettriche e di comunicazione più intelligenti, infrastrutture sociali e sanitarie che contribuiscono al miglioramento della vita quotidiana dei residenti o alla transizione energetica con un migliore trattamento delle acque reflue. In altri termini, azioni e progetti ai quali le società del settore delle infrastrutture prenderanno parte nel mondo post-crisi sanitaria.

Indispensabili al funzionamento di qualsiasi paese, le infrastrutture sono al centro delle grandi sfide moderne. Un settore in piena evoluzione per il quale si stima che per il periodo compreso fra il 2016 e il 2040 gli investimenti necessari ammonteranno a circa 94.000 miliardi di dollari[1].

Le infrastrutture responsabili, un investimento di lungo termine

Nei propri obiettivi di sviluppo sostenibile, l’ONU definisce l’investimento nelle infrastrutture una leva fondamentale per la crescita “della produttività e del guadagno” e uno strumento “di miglioramenti in materia di salute e istruzione”. Sviluppare nuove infrastrutture vuol dire innanzitutto partecipare a un processo responsabile che permette di realizzare trasporti pubblici meno inquinanti (tram, autobus elettrici), sostenere nuovi sistemi di mobilità urbana, costruire centri di riciclaggio dei rifiuti, favorire le energie verdi o costruire reti di telecomunicazione per far uscire dall’isolamento intere regioni. Ma vuole, altresì, dire agire per il risanamento dell’acqua o la costruzione di infrastrutture ospedaliere.

Questi investimenti sono profittevoli anche nel lungo termine: uno studio del 2014 del Fondo Monetario Internazionale (FMI) indicava che per ogni punto percentuale di PIL investito nelle infrastrutture, l’efficienza economica del paese cresce di circa lo 0,4% nel corso dello stesso anno e dell’1,5% dopo quattro anni[2]. Anche secondo la Banca Mondiale l’investimento medio in infrastrutture responsabili nei paesi a basso o medio reddito[3] potrebbe generare un beneficio pari a circa 4.200 miliardi di dollari[4]

Tuttavia, per avere la garanzia di investire in aziende che agiscono a favore dell’ambiente – in particolare nei paesi emergenti dove le esigenze infrastrutturali sono particolarmente elevate[5] – è importante privilegiare le società più attente agli impatti delle loro attività e che prendono parte a progetti responsabili.

Coniugare investimento responsabile e infrastrutture con la gestione passiva  

Gli indici di Borsa ESG permettono di investire tramite fondi indicizzati sulle aziende che si distinguono sotto il profilo dei criteri ambientali, sociali e di governance. Questi fondi offrono soluzioni chiavi in mano che permetteno di costruire un portafoglio diversificato a fronte di spese di gestione relativamente contenute.

Ad esempio, l’indice ECPI[6] Global ESG Infrastructure Equity, replicato dalla gestione indicizzata di BNPP AM, è composto da 100 società internazionali quotate. Queste sono selezionate secondo una metodologia che considera i titoli più virtuosi (il cosiddetto approccio “best-in-class”) all’interno di sei settori identificati come prioritari: comunicazione, energia, trasporti, gestione dei rifiuti, acqua e infrastrutture sociali.   

Un numero crescente di investitori privilegia gli investimenti responsabili per dare anche un valore etico alle proprie operazioni, e questo vale sia per gli investitori istituzionali, spesso soggetti a regolamentazioni che li incoraggiano ad intraprendere una tale strada, sia per i privati che vogliono investire i loro risparmi.

Per questi investitori, la tematica delle infrastrutture responsabili costituisce un modo efficace per sostenere iniziative che hanno un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Le imprese attive in questo ambito appartengono inoltre a settori generalmente resilienti e poco ciclici.

Il settore delle infrastrutture responsabili dispone quindi di tutti gli elementi per accompagnare la ripresa post-crisi sanitaria.

Insieme a noi, diventate investitori sostenibili in un mondo che cambia.


* ETF: Exchange Traded Fund o fondo indicizzato quotato in borsa

** ESG: criteri ambientali, sociali e di governance

[1] Fonte: https://outlook.gihub.org/  

[2] Fonte: https://www.imf.org/en/News/Articles/2015/09/28/04/53/sores093014a  

[3] Paesi il cui reddito nazionale lordo (RNL) per abitante (in dollari correnti) è inferiore a circa 12.500 $.  

[4] Fonte: https://www.worldbank.org/en/news/press-release/2019/06/19/42-trillion-can-be-saved-by-investing-in-more-resilient-infrastructure-new-world-bank-report-finds  

[5] Fonte: https://outlook.gihub.org/   

[6] ECPI: fornitore di indici riconosciuto nel comparto ESG e che applica una metodologia che utilizza gli assi definiti dal Patto mondiale e dai Principi per l’investimento responsabile dell’ONU 


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